Modigliani secondo….Crestacci. Ecco chi era “Dedo”
Dodici luglio 1884. Via Roma, 38, Livorno. Nasce Amedeo Modigliani. Michele Crestacci, satiro, istrione attore e cabarettista, prende per mano il pubblico del Teatro Vertigo e lo porta all’interno di quella casa in pieno centro di Livorno dove, quel 12/7/1884 un ufficiale giudiziario stava bussando alla porta di casa Modigliani per un pignoramento e la mamma di “Dedo”, così veniva chiamato in casa il giovane Amedeo, stava mettendo alla luce quello che di lì a pochi anni diventerà quello che tutto il mondo conoscerà come “Modì”.
Inizia così il racconto di Crestacci, un parallelismo perfetto tra oggi e ieri, tra il mare di Livorno degli anni 2000 e quella Livorno di ormai due secoli fa dove non c’erano cellulari, non c’erano giovani con i motorini “in gruppi di 70” ma c’era nonno Isacco che, cinematograficamente, portava per mano il piccolo Dedo spiegando strada per strada la sua Livorno al nipotino: “Qui c’è la nostra sinagoga, la più bella d’Europa, qui c’è il porto, i pescatori, via Ricasoli e via Cairoli Dedo, questa è la città più bella del mondo”.
Crestacci alterna risate pure a commozione intensa, riflessioni a lacrime, carrellate di affreschi come se fosse un film con la sola mimica, con un solo sguardo, con il surrealismo degli accostamenti drammaturgici che solo lui sa fare.
Questo è Modigliani per Crestacci. Questo è il Modì, che ci invidia tutto il mondo, e che a Livorno forse, non siamo così bravi a volergli bene come si dovrebbe.
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