Bagitto
È una visione poetica a cura del Progetto Artistico Libertà. Il Bagitto si ritrova impresso nei muri di questo magazzino, si torna all’era d’oro di Livorno, fine del 1500, dove i mercanti la rendono una città cosmopolita.
I mercanti ebrei, portano a Livorno merci ricercate come corallo, madreperla, opere d’arte e oggetti di pregio.
Il magazzino verrà animato da una Mostra di Libertà, pittrice, e Gianmarco La Muraglia, scultore, e performance teatrale di Viola Barbara, il tutto sotto la curatela di Valeria Aretusi.
La parola subentra come suono, il suono di una lingua straniera, il Bagitto o il suono lontano di una lingua bambina, la vocalizzazione del silenzio o del verso che esce dall’editoria e si ritrova impresso nei muri di un magazzino dove l’intera performance utilizzando pittura, scultura e parola recitata torna all’era d’oro di Livorno, momento in cui le differenze erano sintomo di virtù e scoperta.